Testi – Fonti – Le Piazze di Montelupo

Fonte:

Paola Caramelli (a cura di), Le Vie della Ceramica. Stradario del Comune,  Lastra a Signa 1998.

 

PIAZZA DELL’ALBERO

 

La Torre

 

Prende il nome dal filare d’alberi che un tempo arrivava, lungo l’argine dell’Arno, fino a Tinaia.

Attualmente vi sono due grossi alberi al centro della piazza.

Tale denominazione è stata assegnata alla piazza l’11 ottobre 1978, era conosciuta anche come piazza delle Virgilie, da Virgilio Serafini, che qui abitava.

L’agglomerato urbano Torre è sorto, molto probabilmente, in seguito alla nascita della vetreria Nardi che risale alla seconda metà del XVII secolo. Pertanto le abitazioni, costruite parallelamente al corso del fiume e che giungono fino a piazza dell’Albero, sono successive a tale data. Ciò  è verificabile anche dalla cartografia storica disponibile: infatti queste sono visibili per la prima volta nel Catasto Generale Toscano del 1835. La piazza, collocata in fondo a via Torre, è stata definitivamente sistemata da pochi anni, al fine di rendere più agevole l’accesso alle abitazioni.

 

 

PIAZZA DEI CATINAI

 

Capoluogo

Lungo via Don G. Minzoni

 

Il nome deriva dai catini, recipienti in terracotta, talvolta smaltati, di forma troncoconica. Tipici della zona e già in produzione dal XIV secolo, venivano eseguiti nelle fornaci locali.

L’attuale denominazione risale al 22 dicembre 1983.

Dalle Carte dei Capitani di Parte Guelfa, risalenti al 1580, risulta che l’attuale via don Minzoni, sulla quale si attesta la piazza dei Catinai, era già esistente, mentre quest’ultima è di recente realizzazione.

 

 

PIAZZA FELICE CAVALLOTTI

 

Capoluogo

Lungo via Don Minzoni

 

Felice Cavallotti (Milano 1842 – Roma 1898), scrittore e uomo politico. Partecipò alle battaglie di Milazzo e del Volturno (1860) e successivamente, sempre nelle schiere garibaldine, alla guerra del 1866. Traduttore e fine letterato rivelò presto anche eccellenti dotki di giornalista. Dal 1873 fu attratto sempre più dalla politica che lo vide deputato dell’estrema sinistra; attaccò con violenza il trasformismo di Depretis e l’autoritarismo di Crispi. La serie interminabile delle polemiche, politiche e personali, si concluse tragicamente in un duello con Ferruccio Macola, direttore della Gazzetta di Venezia, nel corso del quale rimase ucciso.

L’attuale denominazione risale al 1947. Precedentemente, dal 30 aprile 1923, è stata piazza Vittorio Veneto e, dal 28 settembre 1928, piazza della Stazione.

La realizzazione della piazza risale alla seconda metà del XIX secolo, cioè dopo l’inaugurazione della linea ferroviaria che da Firenze raggiungeva Pisa e poi Livorno, inaugurata nel giugno del 1948.

 

 

PIAZZA GELASIO CENTI

 

Capoluogo

Da via XX settembre a via del Crocifisso

 

Gelasio Centi (Montelupo 1902 – Firenze 1922), carraio. Ardente patriota, fin dalla prima giovinezza si dimostrò avverso ad ogni tipo di governo totalitario. Fu strenuo sostenitore della libertà umana e difensore dei diritti civili. Nel 1921 fu uno dei più accaniti oppositori dello squadrismo fascista. Preso di mira dagli esponenti della de3stra locale, venne imprigionato nel carcere di Firenze dove morì fra stenti e sevizie.

L’attuale denominazione risale al 27 marzo 1947. Precedentemente era denominata piazzetta de’ Balli e, dal 21 marzo 1923, durante il regime fascista, piazza Roberto Saccardi.

Il primo riferimento cartografico si ha nel Catasto Generale Toscano del 1835, dalla cui planimetria relativa al borgo, è chiaramente visibile che la piazza aveva già le attuali dimensioni.

 

 

PIAZZA DEI GELSI

 

Capoluogo

Da vicolo Raffaello Sinibaldi a via del Castello

 

L’origine della denominazione deriva dal nome della pianta, conosciuta anche come “moro”; difatti proprio una grande pianta di gelso si trovava all’ingresso della piazza.

Non si è a conoscenza di altre denominazioni diverse dall’attuale.

La piazza si è andata delineando attorno al XIV-XV secolo, quando, terminata l’emergenza militare, che era sta la causa primaria dell’edificazione del castello di Montelupo, le abitazioni cominciarono ad espandersi fuori dal perimetro della cinta muraria originaria. Su questa piazza si affacciano alcuni dei più antichi edifici, tra cui la Casa del Capitano.

 

 

 

PIAZZA GRANDE

 

Capoluogo

Tra viale Cento Fiori e via della Pace

 

Il nome è riferimento alle dimensioni della piazza.

Tale denominazione è stata assegnata alla piazza il 22 dicembre 1983.

L’area in cui è localizzata piazza Grande fa parte di un processo urbanistico volto a collocare il centro amministrativo e sociale del Comune di Montelupo nella zona tra il fiume Pesa e L’Erta.

Nella piazza si svolge il mercato settimanale.

 

 

 

PIAZZA DELLA LIBERTA’

 

Capoluogo

Da Corso Giuseppe Garibaldi a via XX Settembre

 

Prende il nome dal sentimento ispiratore del movimento di liberazione dalle barbarie del fascismo.

Tale denominazione è stata assegnata il 27 marzo 1947.

La piazza, situata a lato del fiume Pesa, non esisteva prima del secondo conflitto mondiale.

Precedentemente, come è documentato fin dal 1835, nelle planimetrie del Catasto Generale Toscano, esisteva uno slargo, successivamente chiamato in modo non appropriato Piazza Garibaldi, che non era altro che un accesso a imbuto da cui ci si immetteva in via XX Settembre. Durante la seconda guerra mondiale, parte degli edifici situati all’inizio di detta via, furono distrutti dai bombardamenti e non più ricostruiti, lasciando così uno spazio che in seguito è stato trasformato in piazza.

 

 

 

PIAZZA DINO LOTTI

 

San Quirico, La Torre

lungo via Fonda

 

Dino Lotti (Montelupo 1891 – Viareggio 1958), sindaco del comune di Montelupo.

Oculato ed instancabile amministratore del comune, stimato da tutte le correnti politiche morì per annegamento a Viareggio il 25 agosto 1958 quando rivestiva ancora la carica di sindaco.

Tale denominazione, assegnata alla strada l’11 ottobre 1978, non ha subito variazioni.

La realizzazione della piazza risale al 1975-’76. Almeno fino alla metà di questo secolo vi erano campi coltivati.

 

 

PIAZZA GIACOMO MATTEOTTI

 

Capoluogo

Tra corso Giuseppe Garibaldi e via del Porro

 

Giacomo Matteotti (Fratta Plesine 1885 – Roma 1924), politico. Deputato nel 1919 e segretario del Partito Socialista nel 1924, nella sua attività parlamentare si dedicò prevalentemente a problemi economici e finanziari. Fu uno dei più accaniti oppositori al fascismo, il cui regime di violenze ed imbrogli egli denunciò in un celebre discorso alla Camera nel 1924. Aggredito il 10 giugno dello stesso anno a Roma da alcuni sicari, venne rapito e pugnalato in un’automobile. Il suo cadavere venne rinvenuto alla Quartarella solo il 15 agosto.

L’attuale denominazione risale al 27 marzo 1947. Originariamente piazza del Mercato, da 28 agosto 1938 fu nominata piazza Costanzo Ciano. Dall’8 novembre 1943 si chiamò piazza Ettore Nuti.

Nel ‘500, poco distante dall’attuale piazza, prima del ponte del Porro sul rio di Schifanoia, esisteva la porta San Piero, accesso al fortilizio di Montelupo dalla parte di Firenze. La piazza è stata realizzata nel 1937, nei pressi della locale casa del Fascio e con la concorrenza da parte della medesima di circa lire 10.000.

All’inaugurazione, avvenuta il 23 gennaio 1937, presenziarono le autorità ed i rappresentanti della sezione fascista locale.

 

 

 

 

PIAZZA DELL’ORCIO

 

Samminiatello

lungo via Antonio Gramsci

 

Deriva dal nome de manufatto in terracotta che si produce da secoli nelle fornaci della zona.

Tale denominazione, assegnata alla strada l’11 ottobre 1978, non ha subito variazioni. Non si conoscono denominazioni precedenti.

Nell’area su cui oggi sorge la piazza, si trovava, nel 1580, il “pozo comune”. Essa, rimasta inedificata per secoli, ha dato la possibilità di creare uno spazio ricreativo e di sosta in un contesto urbano che ne era privo.

 

 

 

 

 

 

PIAZZA DELL’OLIVO

 

Samminiatello

lungo via Antonio Gramsci

 

Dalla pianta di olivo che esisteva all’epoca della realizzazione della piazza.

L’attuale denominazione risale al 31 maggio 1892. Nel 1570 questa zona era conosciuta come campo Marzo, successivamente anche come piazza dell’Olio.

Dalle Carte dei Capitani di Parte Guelfa è ben visibile che la zona, negli ultimi decenni del XVI secolo, era già parzialmente edificata. Il terreno per realizzare la piazza, un tempo di proprietà di Giuseppe Corradini, venne acquistato dal Comune nel 1892.

 

 

 

PIAZZA 8 MARZO 1944

 

Capoluogo

Da via Raffaello Caverni a via Leonardo da Vinci

 

Giorno in cui furono deportati diversi cittadini di Montelupo ai campi di sterminio. Nella notte tra il 7 e l’8 marzo 1944 i fascisti locali mandarono nei campi di sterminio di Mathausen, Dachau e Ebensee alcuni cittadini di Montelupo e della vicina Capraia.

Tra questi alcuni operai della vetreria Nardi (Adolfo, Dante e Roberto Fossi, Erasmo Frizzi e Lorenzo Piatti) e altri antifascisti. Fra tutti i deportati soltanto cinque sfuggirono alla morte (Giuseppe Baroncini, Dino Grazzini, Giovanni Nonis, Aldo Rovai e Aldo Sonnini). Tutti gli altri rimasero uccisi: Rolla Arrostiti, Luigi Bardino, Marcello Baroncini, Tommaso Cacialli, Carlo Castellani, Corrado Corti, Galliano Fiorini, Sanzio Gianni, Giuseppe Lami, Lanzio Mannozzi, Amedeo Migliorini e Giuseppe Tangorra.

Tale denominazione, assegnata alla piazza il 12 novembre 1958, non ha subito variazioni. Non si conoscono denominazioni precedenti a questa.

Su questa porzione di territorio, dove oggi si trova la piazza, anticamente non esistevano costruzioni poiché la vicinanza con il fiume Pesa, e quindi il pericolo delle frequenti inondazioni non permetteva alcun insediamento sicuro. Nel ‘400 – ‘500 questo fiume, in particolari periodi dell’anno, usciva dagli argini e formava una biforcazione prima di sfociare in Arno, isolando una sottile striscia di terra dal resto del territorio. Da tale caratteristica nacque il nome di “Isola” e “via dell’Isola”, l’odierna via V. Rovai. I necessari lavori di bonifica, tentati nel corso del ‘500, furono terminati con successo nel secolo successivo e su questa parte di terreno, acquitrinosa e malsana, fu possibile coltivare e costruire abitazioni.

PIAZZA GIANNI RODARI

 

Erta – Ambrogiana

Tra via Fratelli Cervi e via della Chiesa

 

Gianni Rodari (Omega 1920 – Roma 1980), scrittore e giornalista. E’ stato il più importante autore italiano contemporaneo di libri per bambini: fiabe, racconti e poesie. Direttore dal 1950 al 1953 del periodico “Il Pioniere”, ha dato un contributo essenziale alla riforma della letteratura infantile, accentuando da un lato il contatto con la vita d’oggi, con i suoi aspetti difficili ed i suoi ritmi convulsi, dall’altro innestando nelle proprie storie elementi comico-surreali che sostituiscono del tutto maghi e fate delle vecchie favole.

Tale denominazione è stata assegnata il 22 dicembre 1983.

L’espansione edilizia dell’area in cui si trova piazza  Gianni Rodari risale al dopoguerra. La piazza è stata realizzata recentemente.

 

 

 

PIAZZA DON ALBERTO SALVADORI

 

Ambrogiana

Tra via della Chiesa e via Santa Lucia

 

Don Alberto Salvadori (Montelupo 1887 – 1971), sacerdote. Figlio di Lorenzo ed Elena Bitossi, si orientò fin da piccolo aglil studi ecclesiastici. Dopo aver ottenuto la licenza liceale fu parroco nel comune di Borgo San Lorenzo fino al 1921. Nello stesso anno tornò nel paese di nascita e fu parroco della chiesa di Santa Lucia all’Ambrogiana fino alla morte. Oltre alla grande stima e fiducia degli abitanti della propria parrocchia, ebbe anche alta considerazione da parte degli organi dello stato oltre che da quelli ecclesiastici. Già nel 1921 fu insignito dal Re d’Italia, Vittorio Emanuele III, del grado di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia, onorificenza questa attribuitagli nuovamente dal presidente della Repubblica Gronchi il 2 giugno 1957.

L’attuale denominazione risale al 22 dicembre 1983. Non si hanno notizie su denominazioni precedenti.

La piazza è di recente realizzazione. L’area da questa occupata faceva parte, alla fine del ‘500, dei giardini adiacenti alla villa granducale dell’Ambrogiana.

 

 

 

 

 

 

 

PIAZZA SAN ROCCO

 

Fibbiana

Da via delle Croci a via del Piano

 

Nome del santo nato a Montpellier e morto all’età di 32 anni. Venuto in Italia nel 1315, compì prodigi di carità durante le epidemie di peste. Ma vi sono anche altre cronologie. Il culto in Italia e nelle Fiandre compare alla fine del XIV secolo e durante il rinascimento ebbe ampia diffusione, soprattutto nelle campagne. Innumerevoli sono le chiese e le confraternite a suo nome. E’ patrono degli ospizi dei malati, dei prigionieri, dei pellegrini e soprattutto degli appestati.

L’attuale denominazione risale all’11 ottobre 1978. Precedentemente era detta largo di via del Piano e, dal 1948, piazza dell’Indipendenza, ma anche piazza della chiesa di Fibbiana.

Il primo riferimento cartografico si ha nelle Carte dei Capitani di Parte Guelfa del 1580. La piazza in questione venne denominata nel 1948 “Piazza dell’Indipendenza” come si desume dalla delibera municipale del 13 febbraio 1948, n.181: “Considerato come la piazza antistante la chiesa della frazione di Fibbiana (…) non abbia una propria denominazione, si delibera, che la piazza antistante  all’unica chiesa della frazione di Fibbiana assuma la denominazione di piazza dell’Indipendenza”.

 

 

 

PIAZZA GIUSEPPE SERAFINI

 

La Torre

Da via Torre a via Bruno Bagnoli

 

Giuseppe Serafini (La Torre 1915 – Montelupo 1987), pittore. Figlio di un pescatore e di una fiascaia. Esercitò per 44 anni il mestiere di ceramista dimostrando fin dai primi anni un forte interesse per il disegno e la pittura. E’ dal 1968 che le sue opere vengono conosciute da un pubblico più ampio. Nel 1970 la critica nazionale lo paragona ad esponenti della pittura naif, come Ligabue e Viani, e da quel momento moltissime diventano le occasioni ufficiali. Si ricordano la mostra antologica a palazzo Strozzi, alla fondazione Viani e al palazzo di Re Enzo a Bologna.

Non esistono denominazioni precedenti a questa.

La piazza, recentemente inaugurata, è stata realizzata sul retro degli edifici che si attestano su via del Corso e su via della Torre. Essa apre uno spazio nel cuore dell’abitato della Torre, creando così un’area di aggregazione.

 

 

 

 

 

PIAZZA DELLA TORRE LUNGA

 

La Torre

Lungo via Torre

 

Nome dovuto alla Torre Lunga, antica struttura fortificata sull’Arno. Anticamente era detta Torre di San Chirico, dal nome del vicino borgo. L’insediamento ha la sua origine nelle vicende politico-sociali avvenute attorno al XIV secolo, quando la torre aveva una funzione di difesa sul territorio circostante e di controllo dei traffici sul fiume. Negli anni successivi, cessata ogni emergenza militare, i locali ai due piani inferiori della struttura, furono utilizzati come mulino.

All’inizio del XV secolo, come documenta il Catasto di Firenze nel 1427, la torre risulta di proprietà della famiglia Bartoli. Dall’erario, instaurato a Firenze nel 1534, si rileva poi che la medesima, nel 1588, compare tra i beni del Granduca Ferdinando Medici che l’acquistò quello stesso anno da Marietta Gondi, moglie di G. Bartoli. Successivamente la ritroviamo nel Catasto Generale Toscano come proprietà di Cosimo  Ridolfi, nipote del marchese Frescobaldi. Fu dal nome di quest’ultima famiglia che deriva la denominazione “Torre de’ Frescobaldi”. Nel 1902 fu venduta al barone Raimondo Franchetti, il quale, dopo pochissimo tempo, la cedette al Sig. Pietro Carboncini la cui famiglia ancora oggi ne è proprietaria. Mantiene quasi integralmente la forma originaria, ad eccezione della copertura a padiglione che sostituisce la merlatura preesistente.

Tale denominazione, assegnata alla piazza il 22 dicembre 1983, non ha subito variazioni. La denominazione è coeva alla realizzazione della piazza.

La prima rappresentazione grafica della torre e dell’area circostante risale alle Carte dei Capitani di Parte Guelfa, del 1580, dove è visibile la “casa e torre di san chirico, della Madonna dei Gondi”. Si nota che intorno alla costruzione vi erano soltanto campi.

 

 

PIAZZA VITTORIO VENETO

 

Capoluogo

All’inizio di via Antonio Gramsci

 

Cittadina in provincia di Treviso, dove si svolse lo scontro risolutivo della guerra italo-austriaca del 1918. La battaglia si concluse con la vittoria italiana, segnando il momento conclusivo della guerra con l’Austria e contribuendo alla vittoria dell’Intesa.

L’attuale denominazione risale al 28 settembre 1928. Precedentemente era detta piazza della Stazione, luogo di stazionamento dei vetturali e barrocciai locali.

La piazza venne realizzata nel 1928. Con essa si costruirono l’edificio della nuova scuola ed il monumento ai Caduti.